martedì 30 maggio 2006

De educatione


I bambini, solitamente, non nascono "imparati". Ok, ci sono molte teorie che sostengono che alcuni aspetti dell'uomo sono innati, ma parlando in modo generico, la maggior parte delle informazioni vengono apprese, soprattutto nei primissimi anni d'età.
Non parliamo poi della formazione del carattere, e dell'educazione. Bene, su questo punto vorrei fermare l'attenzione. Ecco alcune delle frasi con cui un bambino o una bambina media, nella propria primissima infanzia (fase pre-operativa, direbbe Jean piaget, 1896-1980) deve confrontarsi quasi quotidianamente:
- Se non la smetti, lo dico a tuo padre, che ti molla un bel ceffone
- Dammi immediatamente quel foglio, o ti metto in castigo
- Scordati di uscire con i tuoi amici questo pomeriggio
- Adesso fila a dormire
- Mangia la minestra, non ti alzi fino a quando nn è finita
Eccetera
Ma nn è un po' strano? Minacce, sequestro di persona, corruzione, violenza personale, coercizione... sono tutti reati penalmente perseguibili, che in questo caso vengono semplicemente chiamati educazione. Bambini, vi dico una cosa: ribellatevi: se tra di voi c'è un buon avvocato, i vostri genitori sono fottuti.

venerdì 19 maggio 2006

Tragedia vs. Amore


Scusate se probabilmente cadrò nel banale, ma anche questo post tratta d'amore. Non credo sia dovuto a nulla in particolare, semplicemente l'altro giorno, mentre mi recavo con la mia vespa in biblioteca, ho prodotto un ragionamento che, a mio avviso, vale la pena riportare.
La letteratura, il cinema, il teatro, danno di questo abusato sentimento, verosimilmente, la stessa interpretazione. Spiego: libri, film e rappresentazioni con tematiche sentimentali hanno trame differenti e intrecci complicati, ma pressapoco due medesime tipologie di conclusione. I due amanti riescono si a coronare il loro sogno d'amore: a quel punto però ci può essere il finale "americano", in cui la coppia guarda all'orizzonte, con sguardo sicuro e la passione dipinta negli occhi, oppure quello "tragico", in cui uno o entrambi i protagonisti muoiono.
Quindi è semplice capire il nesso: l'innamoramento, quella passione che ci hanno descritto così bene e che catturano la nostra attenzione fino all'ultimo minuto, hanno un senso proprio perchè c'è una fine, che bruscamente interrompe l'azione.
Perchè non ci raccontano mai il "dopo"?
Perchè sarebbe un insuccesso, ecco perchè. Credete forse che Romeo e Giulietta, se non si fossero suicidati sulla scena per toccare il cuore di tutti noi, se fossero veramente riusciti a fuggire verso Modena, non avrebbero un giorno litigato per chi sarebbe dovuto andare a prendere i figli a scuola? E se Rhett non avesse deciso di partire, lasciando Rossella con la celebre "In fondo, domani è un'altro giorno", lei un giorno non sarebbe forse tornata a casa, trovando lui ubriaco, pronto a picchiarla come consuetudine tra l'altro?
Se poi Othello non avesse creduto nel tradimento di Desdemona, ci ricorderemmo di un enorme afro-veneziano col vizio di fidarsi troppo poco del prossimo?
No. L'amore funziona solo quando è tragico, quando al suo apice viene interrotto.
Allora è davvero per sempre.

P.s. La foto di Claire Danes, al balcone nel celebre rifacimento in chiave moderna di Romeo and Juliet, centra poco col post, lo so. Però la adoro. Anzi, potrei addirittura dire che tutto quello che ho scritto era semplicemente una scusa per poterla inserire nel blog. Non giudicatemi...

lunedì 15 maggio 2006

Ippopotami


Gli scienziati hanno scoperto un fatto molto curioso, almeno secondo il mio parere: gli ippopotami, dopo il primo accoppiamento, rimangono fedeli al proprio "partner" per tutta la vita. Non esiste, insomma, un ippopotamo che divorzi dalla sua ippopotama, non esistono di conseguenza avvocati che abbiano fatto la propria fortuna con gli ippopotami fedifraghi.
La domanda, mi è sorta spontanea subito dopo aver letto questa favolosa scoperta: tra questi "cavalli di fiume" funziona così perchè sono davvero innamorati, oppure semplicemente perchè nel mondo degli ippopotami l'amore non esiste?
Rifletteteci.