lunedì 17 dicembre 2007

Unica lex


Mi viene da ridere, quando sento un esponente del centro-sinistra che critica l'attuale legge elettorale (ultimo tra questi, Prodi nel grande contenitore Faziano). Sembra infatti che nessuno di questi ricordi che, secondo molti, il vero segreto del recente successo elettorale della compagine del mortadella è proprio da ricercare nei trabocchetti del sistema di assegnazione dei vari seggi. Quindi, se il politico X è seduto sulla sedia Y, è dovuto al fatto che questa legge esiste, o comunque tutto ciò ha contribuito.

Mi viene da ridere, quando senti un esponente del centro-destra che critica l'attuale legge elettorale (Berlusconi spesso ha parlato di legge anti-costituzionale). Sembra infatti che nessuno di questi ricordi che sono stati loro a inventarla, proporla, votarla, con il malcelato assenso della minoranza di allora. Pensavano che questa metodologia di voto potesse aiutarli a sconfiggere il nemico comunista, ma così non è stato, anzi.

Diciamoci la verità: entrambi gli schieramenti erano felicissimi dell'attuale legge elettorale: potevano decidere loro chi candidare, quindi gli amici di sempre, gli arrivisti, i vari cugini e nipoti. Poi, una volta seduti comodamente sulla seggiola, come spesso capita si sono azzannati per difendere i presunti diritti dei cittadini: "la democrazia significa che è l'elettore a dover decidere chi votare! Sogniamo un'Italia in cui il popolo sia sovrano!" E chi più ne ha, più ne metta.

Il tutto non fa altro che confermare la teoria secondo cui non importa chi si voti, non importa chi sia al governo, alla fine: finchè non ci sarà un gruppo politico che non abbia interessi personali, la "cosa pubblica" sarà bistrattata e nulla più che un insieme eterogeneo di "cose private", di proprietà dei pochi che hanno il potere di decidere.

Aveva ragione il Guccio, anni fa: “Il potere è l’immondizia della storia e degli umani / e anche se siamo soltanto due romantici rottami / sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte / siamo i grandi della Mancia: Sancho Panza e Don Chisciotte”

venerdì 7 dicembre 2007

Greatest hits


Charlie, il mio personaggio preferito di "Lost", in una delle ultime puntate della terza stagione scrive un greatest hits della sua vita: è sicuramente uno degli episodi più belli della serie, commovente quasi fino alle lacrime. Il nostro piccolo ex-hobbit, sapendo di poter morire da un momento all'altro, scrive su un foglio i cinque momenti più belli che ricorda di aver vissuto, perchè li possa avere Claire, quando lui non ci sarà più.
Sono momenti semplici, che di fronte alle cazzate che preoccupano una persona nel corso di una vita spariscono, ma quando si rischia di perdere tutto, invece, rendono gli anni passati preziosi, densi di significato.

Ho pensato quindi: se morissi oggi, quale sarebbe il mio personalissimo greatest hits?
Eccolo, senza pensarci troppo.

5) Quando hanno pubblicato il mio primo articolo
4) L'abbraccio di mio fratello dopo quel gol, quella sera
3) L'adunata degli alpini, con mio nonno, da bambino
2) Quando Diana mi ha chiamato "il suo eroe"
1) La prima volta che ho dormito con lei

I cinque momenti migliori, che mi vengono in mente adesso, della mia squallida, inutile vita. Come direbbe Charlie, il mio personaggio preferito