lunedì 31 marzo 2008

Minoranze


Durante le scorse elezioni politiche avevo fatto un piccolo sondaggio tra amici e conoscenti, per capire cosa avrebbero votato e fare un confronto con i risultati nazionali.
Ecco cosa avevano votato, questi amici e conoscenti:

68% Rosa nel Pugno
16% Ds
8% Alleanza Nazionale
3% Forza Italia
2% Lega Nord
3% Non avrebbero votato


Ecco, dal mio piccolo sondaggio avrei potuto evincere che Bonino, Pannella e soci avrebbero trionfato con un tripudio di voti, scardinando ogni tipo di previsione.
Poi, però, alle elezioni vere, hanno preso se va bene il 3%.

Anni dopo, alle soglie delle nuove votazioni, ho rifatto lo stesso sondaggio, con altri amici e altri conoscenti e famigliari.
I risultati sono circa i seguenti.

70% Sinistra arcobaleno
20% Pd
6% Partito delle libertà (restrittive)
2% Lega Nord
2% Non andrà a votare


Ora, credo purtroppo che avverrà quello che era successo l'ultima volta, ovvero che il mio campione di dati non sarà rappresentativo dell'Italia. (Dubito che Fausto governerà con larga maggioranza, ecco),

Dunque ciò mi fa pensare. Mi fa pensare che io possa far parte di una minoranza. Gran parte dei miei amici, delle persone che frequento e di cui mi circondo, sono racchiudibili in quel tre, forse cinque per cento di italiani che raramente vengono presi in considerazione nelle statistiche. Non facciamo parte del fantomatico "Sistema", almeno da questo punto di vista. E la cosa non mi dispiace.

Ora capisco perchè da piccolo, preferivo Cristal il Cigno a Pegasus, perchè tifavo Villeneuve e non Shumacher, perchè ai tempi tifavo Orlando Magic e non Chicago Bulls.
Non mi sono mai piaciuti i vincenti a tutti i costi, i più forti, ma ho sempre avuto un debole per chi arranca, chi insegue. Sarà per questo che sono interista, e non juventino.

mercoledì 26 marzo 2008

Poco dopo le undici


Camminavo per torino poco dopo le undici di sera, dopo aver visto Big Fish per l'ennesima volta e avevo ancora alcune immagini nella mente.

Il campo di asfodeli, il tempo che si ferma quando vedi la donna della tua vita, l'occhio della strega.

Nelle orecchie la selezione casuale iPod aveva scelto Untitled 3 dei Sigur Ros, un pezzo al quale sono molto affezionato per motivi che non andrò ad elencare.
Il cielo era di un azzurro cupo, evidenziato dalle luci artificiali del centro, nessuna stella ma un unico grande vuoto che poteva significare molte cose.

Una coppia probabilmente felice camminava alle mie spalle; potevo sentire, coperta dalla musica islandese, la voce di lei sussurrare parole dolci nell'orecchio di lui, mentre lui la teneva sotto braccio.

Un bambino (che ci fa un bambino solo poco dopo le undici di sera in giro da solo per Torino) aveva attraversato di corsa la strada, gli era caduto qualcosa, aveva aspettato che una macchina sfrecciasse in punta di piedi, e poi era tornato indietro per raccoglierlo. Non so cosa fosse, ma ci aveva soffiato poi sopra, almeno tre volte, prima di infilarselo di nuovo in tasca.

Camminavo ritmando la musica con i passi, in un crescendo che sarebbe culminato, secondo i miei calcoli, nelle vicinanze della piazza dopo pochi giorni prima avevo pranzato con i miei amici, pasta e gelato da Florio.

La coppia aveva svoltato in una via laterale: me li immaginavo intenti a baciarsi con foga nell'antro di un portone, il tutto in bianco e nero (perchè poco dopo le undici, in giro per Torino, quando hai la musica nelle orecchie, quella musica, tutto è simile a un film francese anni 60).

Untitled 3 dei Sigur Ros, infine, era arrivata al culmine proprio mentre, da dietro le case, era comparsa la punta della Mole: lo spazio si apriva improvviso, e la statua bianca si issava immobile ma imponente al centro della scena.

Mi ero fermato, a questo punto. E avevo amato per un'attimo questa città.
Poi la canzone era finita, e avevo ripreso a camminare.

Torino, di notte, poco dopo le undici, quando si è soli.

lunedì 10 marzo 2008

Un sorriso, click


Ogni volta che scannerizzo una foto da un manifesto di un defunto, per la pagina dei lutti del giornale per il quale lavoro, sto male dentro. Quei manifesti stanno appesi ai muri scrostati delle città, guardano le persone passare indifferenti, qualcuno si ferma per pura e svogliata curiosità. Una segretaria delle pompe funebri sbuffa, ogni volta che deve portarle al giornale. Li piega senza cura dentro la sua borsa di Dior, e me li sbatte sulla scrivania. Io sbuffo, e li comincio a sfogliare, decidendo l'ordine. In base a un puro criterio grafico. Loro mi guardano, dalle loro cornici a 3 punti, qualcuno sorride. Erano felici?

Chissà cosa facevano, quando quella foto è stata scattata. Chissà, soprattutto, a cosa pensavano. Se sapevano che quella foto sarebbe stata usata, anni o mesi dopo, per questo macabro addio al mondo: avrebbero sorriso? Pianto? Voltato la testa dall'altra parte?

"Hei, nonna, guarda da questa parte, ti devo fare la foto per il manifesto da morto, che quella di 3 anni fa è ormai vecchia", disse la nipotina con la macchina fotografica stretta tra le piccole manine curiose.

Non si sa mai quando verrà fatta quella foto, quindi sorridete

giovedì 6 marzo 2008

Una vita tranquilla


Non ho guardato Sanremo. Uno perchè non ho la televisione, due perchè non mi piace, solitamente. Però poi ho sentito alla radio la canzone di Tricarico. Si, Francesco Tricarico, che io e il mio amico Pietro ascoltavamo quando eravamo forse gli unici due. Che il mio collega Maurizio mi faceva togliere, disgustato, quando dovevo impaginare con lui la pagina di Cavallermaggiore, sull'ormai mio ex giornale Braoggi. Che mi ha fatto piangere con La neve blu e commuovere con Solo per te, o ballare con La pesca.
L'ho sentita, e mi sono innamorato di nuovo, come quando rivedi dopo tanto tempo il tuo primo amore, o come quando segna Zanetti al novantesimo contro la Roma.

Voglio una vita tranquilla... Verde sconfinato...

Mi spiace di non essere come Tricarico, a volte. Bisognerà forse essere come lui, per scrivere canzoni di un'efficacia tale, nonostante la semplicità delle parole e delle melodie? Triste e coraggioso, ecco chi è. Che sbuffa mentre Baudo e il nano Chiambretti gli fanno perdere tempo, che da dello stronzo a microfoni aperti, a chi lo canzona. Merita il premio della critica, avrebbe meritato di vincere molto di più, ma il popolo è ignorante, si sa.

Delude, invece, vedere un Frankie Hi Nrg che si è venduto. Carino il pezzo, ma patetica la "litigata" con l'ex Tiromancino (anche lui, voto 4) e i teatrini con Elio e le storie tese (voto 9 al dopofestival). Da uno che ha sempre, giustamente, scritto rime taglienti sulla tv spazzatura, ti aspetteresti un comportamento diverso.
Come quello che ha avuto Tricarico, ad esempio.