martedì 6 giugno 2006
Epitaffio
Chi non ha pensato almeno una volta alla propria morte? A me capita di continuo. Vedo la mia anima che se ne sta ben comoda sdraiata su una nuvoletta, mentre amici e parenti si chiedono come sia stato possibile. Le comari lo ripetono tra se e se, scuotendo la testa: "Così giovane, forse si drogava". Mia madre, poveretta, come se non avesse già abbastanza problemi, prepara il funerale, guardando di tanto in tanto le foto di quando ero piccolo. Mi sento un po' merda, a quel punto, dalla mia nuvoletta, ma la sensazione svanisce all'istante, quando vedo tutta la gente che è venuta per darmi l'estremo saluto. Ma quanti siete? Cavoli ci sono gli amici delle elementari: parlano come se io fossi una parte di loro che se n'è andata... Ma dove cazzo eravate in questi anni, quando il venerdì sera non sapevo cosa fare, e vi chiamavo ma avevate altri impegni? Guarda, c'è anche la mia prima ragazza, la prima a cui io abbia detto ti amo; piange, poggiando la spalla su una che potrebbe essere sua madre. Anche tu però... dove, dove accidenti eri!? Quando ero disperato e volevo rivederti, quando ho provato a chiamarti per un caffè e mi hai detto che non era il caso... Però ecco arrivare, uno dopo l'altro, i miei amici... Hanno dimenticato i piccoli screzi, per un giorno si abbracciano, si salutano, sorridono appena senza saper cosa dire. Guarda, ci sono tutti, c'è perfino quella mia compagna del liceo, che non mi ha mai parlato in cinque anni: se ne sta un po' in disparte, continua a non parlare con nessuno, però c'è. Comincio, sulla mia nuvoletta, ad essere triste. Ci sono i miei parenti più lontani, guarda! Non li ho mai chiamati per natale, per i compleanni, per sapere come stava la zia o come era andato l'esame. Ci sono tutti, abbracciano mio fratello e mia madre, e poi silenziosi si siedono a metà della chiesa. E le mie amiche, quelle che da nemmeno due mesi ho conosciuto in quel locale... Ma stanno piangendo anche loro! C'è anche quella ragazza, a cui non ho avuto il tempo di dire quello che provavo... Sulla mia nuvoletta, mi vengono le lacrime agli occhi. Sembrava il massimo, il giorno del mio funerale: protagonsita per un giorno. Però al tramonto sarò soltanto più un ricordo. Maledetto il giorno del mio funerale.
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4 commenti:
accipicchia il post!
vorrei spendere due parole sulla lapide: con quelle parole in inglese vuole essere ironica eppure suona terribilmente commovente.
forse è un'effetto dettato dalla scelta surreale di una foto di te da piccolo (se non sbaglio l'ho già vista su qualche mobile a casa tua), o sarà quel marmo vecchio che di solito riserviamo alle tombe dei bisnonni. non so.
mi hai colpito.
mmm...che dire...si me lo sono immaginato un milione di volte...
ma rimane il fatto che mi spaventi..mi spaventi terribilmente...ciri
solo tu puoi essere in grado di simili produzioni...io apprezzo sempre di più la tua capacità di saper tradurre in parole quello che pensi,forse non sembra,ma non è sempre facile!
;)
Tua madre, semplicemente... da quando hai 15 o 16 anni mi dai periodicamente la data della tua morte. cancellerebbe tutti i problemi, sai, perché la vita senza di te è inimmaginabile. non sei solo mio figlio: sei uno splendido mazzo di rose rosse ai piedi del letto quando sei nato, sei una poesia mentre andavi spensierato sulla giostra dei cavalli antichi, sei un palloncino rosso su una nuvola di nome Biancanube, sei una testa di cazzo che mi fa spaventare ogni volta che parla, non perché tu sei bravo a inventar balle e sogni, non illuderti troppo, ma perché io sono una boccalona e ho un'immensa fiducia in te. Non si toglie la fiducia a chi sta invecchiando, anche e soprattutto perché sei la memoria slendida di tuo padre. Pensaci ragazzo. Buona idea quella della lapide, forse da me hai preso la non paura della morte, ma ricordati che se si decide di andarsene non si hanno rimpianti. Tieni la lapide, è anche simpatica, ma lasciati andare al normale corso della vita, che è imprevedibile, ma a volte ci azzecca. Bacio uomo, lo so che lo sei e per questo ti voglio ancora più bene.
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