martedì 29 maggio 2007
La moleskine è più importante
Questo blog rubava troppo tempo alla mia moleskine. Per questo ho “allentato”. Devo ammettere che ho anche ipotizzato, per qualche ora, di chiuderlo definitivamente, parlando della pioggia, come avevo iniziato. Poi ho riletto alcuni dei post più vecchi, mi sono un po’ commosso, un po’ ho sorriso, e ho deciso di lasciar perdere con i miei intenti blog-icidi per un po’, almeno.
Non succede molto nella mia vita ultimamente, ho fatto delle riflessioni e ho diversi spunti che andrebbero approfonditi. Alternerò uno spunto serio a uno più leggero.
Il primo è politico: la sinistra non ha ancora capito che l’abbiamo votata soltanto per mandare a casa Berlusconi: non hanno davvero capito che il loro unico scopo, prima dell’inevitabile auto-distruzione, è quello di fare leggi alla Zapatero, promesse in campagna elettorale, di porre dei limiti ai futuri abusi della politica, e poi morire. Non lo capiscono, parlano a vanvera di argomenti ogni giorno diversi, e mi mettono in imbarazzo. Sono in imbarazzo perché io li ho votati, ho contribuito a mandare al governo personaggi vecchi e schifosi. Porci che si strafogano nella ciotola di turno, sculettando gli enormi posteriori ben attaccati alle poltrone. Pensavo fosse la destra il problema, mi sbagliavo: il problema è la classe politica, nel suo complesso: vecchia e incapace di atti di forza. Lo stesso succede nel piccolo centro in cui abito io: i “politici” non pensano al bene della città, ma compiono “voti politici”. Ma cosa cazzo state dicendo? Voti politici? La proposta del tal partito era anche intelligente, ma siamo avversari politici, quindi ci tocca votare contro. E così succede che il centro sinistra vota per un rifinanziamento delle missioni militari, mentre il centro-destra vota contro. Patetico.
Ho pensato a un racconto, lo svilupperei se avessi l’ispirazione. In pratica mi chiedevo come mai riteniamo sempre che il mondo sia nostro. Si, beh, di noi umani. Se si calcola in termini di unità, noi siamo quasi sei miliardi, un bel numero, però le formiche ad esempio sono molte di più. Quindi un’ipotetica entità aliena, che decidesse per qualche prepotente motivo di insediare il globo, dovrebbe preoccuparsi maggiormente delle formiche che di noi, per quel che ne sanno. Dunque avevo ideato questo racconto in cui migliaia e migliaia di microscopiche astronavi atterravano per conquistare il mondo, affrontando in una battaglia senza quartiere le unità belliche del micro-cosmo. Mentre noi, umani, nemmeno ci rendevamo conto di nulla: il destino del nostro pianeta affidato a esseri che noi nemmeno consideriamo degne di vita, spesso. L’idea mi pareva buona subito, però adesso rileggendola forse non è il massimo. Cambia pusher.
L’inter è e rimane la prima squadra di milano, se non la prima squadra d’Italia. Lo dimostra lo striscione dei diavoli rossoneri, appena eletti neo campioni d’europa. Il fatto che il primo pensiero che sia sopraggiunto nelle menti di giocatori e tifosi, dopo il triplice fischio di atene, sia stato ai cugini nerazzurri, dimostra quanto rodesse il loro blasonato fondoschiena, per la scoppola ricevuta in campionato. Perché loro il campionato non l’hanno giocato, a differenza di molte altre squadre europee che partecipavano alla Champions League. Bella forza poi, se la vinci.
Ognuno nella vita si pone degli obiettivi: loro volevano l’europa, e hanno giocato per l’europa: bravissimi; noi interisti volevamo lo scudetto che mancava sul campo da un paio di decenni, e l’abbiamo vinto: bravissimi. Ognuno si goda i propri successi, e non rompa il cazzo agli altri, per piacere.
Molto bello l’ultimo singolo dei Travis, consigliato a tutti.
Ultima considerazione, un po’ amara forse: siamo tutti portati a credere che alla fine, tutto andrà bene. Io per primo sono sempre stato convinto che prima o poi, in un modo o nell’altro, i sogni si sarebbero avverati. Beh, ho iniziato ad avere l’ambizione di diventare un giornalista barra scrittore barra fotografo qualche anno fa, e devo dire che di strada un po’ ne ho fatta: ogni tanto qualcuno mi telefona per far dei servizi fotografici, da tre anni figuro nella redazione d un giornale (locale, ma sempre giornale è) e ho iniziato un paio di libri e racconti di cui son soddisfatto, e aspettano solo l’ispirazione per andare oltre. Beh, però il mondo non riconosce mai nulla di tutto ciò che si fa. E quindi i sogni che dovevano avverarsi non si avverano, e forse un giorno sarò anche io come quelle persone che a 35 anni sono ancora li a chiedersi cosa fare della propria vita. Io perché sono diverso da loro? Perché per la teoria delle attribuzioni, credo forse che sia demerito loro, se non ce l’hanno fatta. Invece non è sempre così. La vita ti incula, bello, se non sei pronto a incularla per primo.
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