venerdì 19 maggio 2006

Tragedia vs. Amore


Scusate se probabilmente cadrò nel banale, ma anche questo post tratta d'amore. Non credo sia dovuto a nulla in particolare, semplicemente l'altro giorno, mentre mi recavo con la mia vespa in biblioteca, ho prodotto un ragionamento che, a mio avviso, vale la pena riportare.
La letteratura, il cinema, il teatro, danno di questo abusato sentimento, verosimilmente, la stessa interpretazione. Spiego: libri, film e rappresentazioni con tematiche sentimentali hanno trame differenti e intrecci complicati, ma pressapoco due medesime tipologie di conclusione. I due amanti riescono si a coronare il loro sogno d'amore: a quel punto però ci può essere il finale "americano", in cui la coppia guarda all'orizzonte, con sguardo sicuro e la passione dipinta negli occhi, oppure quello "tragico", in cui uno o entrambi i protagonisti muoiono.
Quindi è semplice capire il nesso: l'innamoramento, quella passione che ci hanno descritto così bene e che catturano la nostra attenzione fino all'ultimo minuto, hanno un senso proprio perchè c'è una fine, che bruscamente interrompe l'azione.
Perchè non ci raccontano mai il "dopo"?
Perchè sarebbe un insuccesso, ecco perchè. Credete forse che Romeo e Giulietta, se non si fossero suicidati sulla scena per toccare il cuore di tutti noi, se fossero veramente riusciti a fuggire verso Modena, non avrebbero un giorno litigato per chi sarebbe dovuto andare a prendere i figli a scuola? E se Rhett non avesse deciso di partire, lasciando Rossella con la celebre "In fondo, domani è un'altro giorno", lei un giorno non sarebbe forse tornata a casa, trovando lui ubriaco, pronto a picchiarla come consuetudine tra l'altro?
Se poi Othello non avesse creduto nel tradimento di Desdemona, ci ricorderemmo di un enorme afro-veneziano col vizio di fidarsi troppo poco del prossimo?
No. L'amore funziona solo quando è tragico, quando al suo apice viene interrotto.
Allora è davvero per sempre.

P.s. La foto di Claire Danes, al balcone nel celebre rifacimento in chiave moderna di Romeo and Juliet, centra poco col post, lo so. Però la adoro. Anzi, potrei addirittura dire che tutto quello che ho scritto era semplicemente una scusa per poterla inserire nel blog. Non giudicatemi...

2 commenti:

fRa_gAv ha detto...

Tragicità... in fondo è una bella componente del solito tran tran.
Non è tragico quando stai andando a prendere la donna della tua vita e pesti la produzione fecale di un animale approssivamente grosso quanto un topo ma che produce quantità immonde di rifiuto organico?
Non so. Io vedo la tragicità in un sabato passato a guardare il sole dalla finestra e pensare che sia iraggiungibile, quando in fondo basterebbe solo aprirla, la finestra, per assaporare un pò di calore.

la rochelle ha detto...

perchè non ci raccontano mai il dopo? secondo me per lo stesso motivo per cui non ci raccontano neanche il prima.
perchè con l'esperienza quotidiana è molto difficile fare un racconto.
il soggetto di una storia, ciò che la rende interessante, è l'equilibrio che rompe la normalità. una volta che il tutto si ristabilisce (bene o male non importa), continuare a raccontare suscitando l'interesse dell'altro è un'impresa. ma non è impossibile...