martedì 13 giugno 2006

Time is running out


L'uomo ha creato il tempo per paura della morte: classificando infatti ogni attimo, anche il più impercettibile, in oreminutisecondi, ha la possibilità di avere un certo controllo sulla vita che passa, sulle azioni che si susseguono. So ad esempio che tra 14 minuti esatti andrò a studiare, so che tra sei ore circa mangerò cena, che tra due giorni ho un esame, che tra un mesetto andrò in vacanza, che tra una cinquantina d'anni dovrei morire. Da sicurezza tutto questo.
Però l'uomo ha fallito. Infatti proprio questa necessità di sminuzzare la vita in piccolissime porzioni di esistenza da catalogare ha creato la morte e la fine di tutto, e più ci penso meno mi capacito di come abbiamo fatto ad essere così stupidi... Sono gli anni che passano, non noi: abbiamo posto un timer all'esistenza, razionale e necessario forse, ma pur sempre auto-imposto.
Perchè dico ciò? Perchè in Africa, dove il tempo non esiste, dove nessuno ricorda quando è nato, la vita non finisce mai: ecco che la morte non è più il fermarsi di un orologio, oppure l'esplosione dopo il countdown.
Il mio amico Samba giura che un suo parente, in Senegal, vive da sempre, da prima ancora che i nonni dei nonni dei miei nonni venissero al mondo. E io gli credo.

1 commento:

la rochelle ha detto...

se la tua auto non avesse il contachilometri ti potresti ammazzare facilmente, oppure potresti non arrivare mai.

il tempo che ci siamo imposti serve a questo: a darci una certa misura delle cose (sparse nelle infinite latitudini dello spazio) per evitare di andare troppo forte o troppo piano.

comunque se dovessi scegliermi un dio, non crederei mai a un contachilometri. se dovessi scegliermi un dio, vorrei che fosse un senegalese immortale.