sabato 30 settembre 2006

Neuroni


Come cazzo si spengono, quelle maledette pompe sodio-potassio che, nel nostro cervello, stanno alla base di qualunque stato mentale, compresi dunque i sentimenti?

sabato 23 settembre 2006

Inaspettato, il bisogno di te


Un bacio, poi un altro e un altro ancora.
Toccarti un fianco, il tuo profumo e il tuo sapore, per la prima volta su di me.
Sono sospiri questi?
Il coraggio ti volta le spalle, il cuore ingordo ne vuole ancora.
Inaspettato, il bisogno di te...
Un bacio, poi un altro. E un altro ancora.

lunedì 18 settembre 2006

The hardest part


La parte più difficile fu proprio sedersi su quella sedia.
Fu la parte più difficile, spegnere la sigaretta sul bordo del tavolo, alzare lo sguardo e non dire una parola.
La parte più difficile...
La cosa strana fu aspettare una chiamata, un messaggio, o per lo meno uno squillo; fu strano, leggere le vecchie lettere, respirare il tuo profumo sul cuscino.
La parte più difficile fu posare gli occhi sulle vecchie foto, fu riguardare quel buffo film che tanto ti aveva fatto ridere, quella sera che sembravi più bella del solito, in quella maglietta azzurra.
La parte più difficile fu provare a cantare la nostra canzone sotto la doccia, che tanto le lacrime si confondono con l'acqua fredda.
La cosa più difficile fu il ricordo di quel sapore dolce nella bocca, la cosa più strana fu invece scoprire come nessuna delle ragazze intorno a me, in fondo, aveva quel sorriso.

The hardest part was lettin' go, not taking part... Was the hardest part...

(p.s. Si, la foto l'ho fatta io. E mi piace)

venerdì 15 settembre 2006

Se


Questo è un pensiero scritto quasi un anno fa, che pubblicato sul giornale per il quale tuttora lavoro, aveva destato molte critiche.
Oggi, rileggendolo, pensavo a quei momenti, con un sorriso.


Se Gesù vivesse oggi, non vestirebbe firmato, e non mangerebbe prodotti modificati geneticamente.
Se Gesù vivesse oggi, non guarderebbe i talk show di Costanzo o Bruno Vespa.
Se Gesù vivesse oggi, non farebbe lo scudo umano a baghdad, ma piangerebbe guardando le immagini del coreano che urla non voglio morire in tv.
Se Gesù vivesse oggi, voterebbe a sinistra, e ascolterebbe Pink Floyd, King of Convenience e Police.
Se Gesù vivesse oggi, tramuterebbe gli alcolici in acqua nelle discoteche e fumerebbe una canna con un ragazzo di colore sulla spiaggia.
Se Gesù vivesse oggi non capirebbe i reality show e leggerebbe le poesie di Boudelaire.
Se Gesù vivesse oggi probabilmente si ubriacherebbe a ferragosto e farebbe il bagno nudo al chiaro di luna, se vivesse oggi difficilmente parteciperebbe ad un forum politico.
Se Gesù vivesse oggi non truccherebbe la macchina, se Gesù vivesse oggi il suo migliore amico sarebbe un animatore turistico e si innamorerebbe di una ragazza con gli occhi color del mare e il sorriso ingenuo; se Gesù vivesse oggi non odierebbe chi lo insulta dandogli del capellone senza lavoro, e rimarrebbe disgustato vedendo un suo amico picchiato solo perchè gay, di colore o semplicemente diverso.
Se ne andrebbe, vivesse oggi, rifiutando di darl la vita per questo mondo, per i vari Bush, Berlusconi e potenti del mondo, per Bin Laden o per Saddam, si rifiuterebbe di sacrificarsi per i cori riazzisti negli stadi, per la violenza durante le manifestazioni di pace, per la rovina delle multinazionali, per lo sfruttamento e la violenza sui minori, per gli stupratori e per il turismo sessuale.
Se ne andrebbe con gli occhi lucidi, se ne andrebbe e nessuno nemmeno se ne accorgerebbe.

lunedì 4 settembre 2006

Addio, presidente


Massimo Gramellini non dovrebbe più occuparsi di calcio.
Lo dice una persona che, da anni ormai, pende letteralmente dalle labbra (o meglio, dalla penna), del giornalista torinese: ho divorato centinaia e centinaia di "Buongiorno", sul quotidiano La Stampa, sorridendo, ridendo e soprattutto crescendo.
Pochi giorni fa ha parlato di Inter, definendola la "nuova" squadra più antipatica del campionato, vista la dipartita ormai, per qualche tempo, della detentrice dell'infelice primato, ovvero la Juventus.
Il fato ha voluto che questa infelice definizione, ironicamente, fosse partorita in stretta concomitanza con la prematura scomparsa di Giacinto Facchetti, bandiera prima e simbolo poi del prestigioso club di via Durini.
Quale squadra, in Italia, può vantare un personaggio di tale spessore? Dolce, burbero e orso forse, ma rappresentante di quei valori che il calcio ha dimenticato...
Quale squadra ha avuto tra le sue fila uno come Peppino Prisco, che con la sua ironia, competenza e equidistanza nelle opinioni, ha fatto divertire e riflettere generazioni di tifosi.
E quale squadra, infine, può vantare un presidente come Massimo Moratti: si, un bambinone stupido al quale i familiari hanno dato un giocattolino perchè non rovinasse le imprese di famiglia, ma nello stesso tempo un proprietario e un presidente "innamorato" della sua squadra, padre prima che datore di lavoro, cui mai sono interessati i profitti ad ogni costo; il suo unico desiderio era che il suo popolo sognasse, coltivasse una fede... Poco importava se poi, anno dopo anno, le soddisfazioni latitavano: ci si beveva su, e pronti a ricominciare.
L'Internazionale di Milano sarà una squadra di perdenti, di illusi, di eterni secondi: urlatelo pure ogni domenica in ogni stadio italiano. Ma l'Internazionale di Milano è una squadra in cui i protagonisti sono Uomini veri, fatti di una pasta di cui si è dimenticata la ricetta. L'antipatia... beh, è un'altra cosa.

Addio, presidente.

Torre di Pisa


Tutti, a Pisa, si fanno scattare una fotografia, credendosi originali: eccoli mentre, con un sorriso soddisfatto, sorreggono la torre pendente, che probabilmente senza il loro intervento crollerebbe a terra.

Io no. Io a 13 anni mi sono fatto fare una foto mentre con altrettanto soddisfatto sguardo cercavo di spingerla giù, la torre. I pisani increduli non capivano, alcuni livornesi applaudivano divertiti.

Piccoli terroristi alternativi crescono.