lunedì 4 febbraio 2008
Scrivere
Mi piacerebbe poter dire di essere una di quelle persone che scrivono, scrivono e ancora scrivono. Quelli che annotano ogni singolo pensiero su un quadernetto, e poi accumulano centinaia di questi quadernetti uno sull'altro, in un armadio o dentro una vecchia scrivania, e con tutti questi quadernetti potrebbero farci una specie di montagna se li mettessero uno sopra l'altro. E poi, rileggendo questi quadernetti, scoprono quanto sono cambiati, quanto sono cresciuti, quanto sono stati stupidi e giovani.
Invece io non lo faccio. Vedo amici e conoscenti che scrivono anche tre post al giorno, sui loro blog, trovando sempre argomenti interessanti senza ripetersi.
E li invidio.
Però non lo faccio. Ho scritto qualche racconto, quando ero particolarmente ispirato, ho scritto diverse pagine su diverse moleskine, riempiendole di frasi non legate tra loro, ma non è la stessa cosa. Non sono uno scrittore, dovrei forse rassegnarmi a lasciar perdere questo, che forse è il mio più grande sogno.
Ma quando rileggo le poche cose che ho scritto, mi commuovo, chiudo gli occhi, rido e sorrido. E rifletto. E mi piaccio un po' di più. Perchè certo non sono il moderno Kafka, nemmeno un geniale Stefano Benni, o un Leopardi con l'infanzia più allegra, ma proprio perchè non scrivo ogni puttanata che mi viene in mente, so che quello che rimane è la parte più preziosa di me.
Come l'articolo su San Valentino che sto preparando per il giornale nuovo, per il quale lavoro: so che qualche nonna ben pensante storcerà il naso leggendolo, ma poi ci penserà magari dopo qualche ora, e non potrà che sorridere, ripensando a quando era giovane e bella, ora che giovane non è più.
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5 commenti:
scrivere..ti appartiene..e non per forza bisogna essere inseriti nella categoria di scrittori per esserlo..
me l'hai insegnato tu...
Gala
In bocca al lupo.
Per la scrittura e il nuovo giornale.
Sinceramente.
Raff
sono d'accordo con gala, e per quello che può valere, per sei e sarai esempre uno scrittore...
con affetto ciri
Wundt, il padre della psicologia sperimentale, scriveva mediamente 2 pagine al giorno, ma lui era uno che "viveva" in un laboratorio e non penso che abbia scritto qualcosa di davvero indimenticabile. Questi di cui parli, che scrivono tanto sui loro blog, quanto sono interessanti? Quando sono davvero profondi? Essere profondo, penso, è la più grande sfida per uno scrittore, e tu riesci a esserelo spesso. Non pensare alla quantità, la montagna di quaderni non penso sia importanti, ma la densità delle pagine si, questa è importante.
Sempre secondo me!
Eccomi a fare un giro sul tuo blog, perché lo voglio e anche per farmi un po' perdonare di non venirci troppo spesso, anche se arrivarci mi fa bene, perché so chi e come sei e sono perfettamente conscia che questo è uno di momenti in cui ti ho più vicino. Le nonne (ma mi farai mai diventare tale un giorno o l'altro?), credimi, sono state bambine, adolescenti, ragazze donne giovani e si sono innamorate una, due, tante volte qualcuna, credimi. Io che sono quasi in età da nonna ti posso dire una cosa: vorrei, molto spesso, raccontare a qualcuno i sogni - che ci sono ancora - le cose in cui credo,le fantasie che spero ancora si avvereranno ancora un giorno. Ma non tutte le cose in cui credo le posso dire,anche perché sonopochi quelli che capirebbero e molti di loro sarebbero certi che sto pazziando o prendendo in giro. Vorrei tu mi conoscessi tanto da concedermi le mie fantasie, ma anche tu, forse, ti stupiresti e mi diresti che non sono mai cresciuta. magari è vero, manon importa,perché questo miomondo è bellissimo. Solo una cosa, ancora: sei una grande penna, lo sai, e se te lo dice il tuo "capo" di redazione lo devi credere. Sei molto più bravo di me, che forse un po' di questa malattia dello scrivere te l'ho passata. Spero che un giorno, altrove, sarai tu il mio "capo"........
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